Ami la natura?

Vi devo fare una confidenza. Più di una volta mi è stato chiesto di scrivere un articolo sulla “NATURA” e la mia risposta è sempre stata: “NO!”.

Ho sempre ritenuto che la natura, più che descritta, va vissuta; perché per viverla si deve entrare in essa.

B.P. dice: “Attraverso lo Scoutismo il ragazzo ha la possibilità di mettersi sulle spalle lo zaino dell’uomo di frontiera e di sentirsi parte della grande famiglia degli UOMINI DEL BOSCO”.

Molti di voi diranno: come posso sentirmi un uomo dei boschi quando trascorro tutto l’anno in città, in mezzo a un traffico infernale? Per buona parte del giorno sono rinchiuso a scuola, poi ci sono i compiti a casa, la riunione di Sq. (in sede), l’attività di riparto il più delle volte in patronato fra quattro mura…

Il bosco lo vedo solo quando partecipo a qualche uscita di Sq. o vado al campo estivo (ricordo che quando ero Esploratore l’uscita era sempre un momento di gioia, ma allo stesso tempo mi sentivo impacciato nel muovermi in un ambiente che non era il mio).

Viene spontaneo dire: beati gli Scout che vivono in piccoli paesi o in campagna, loro sì hanno molte possibilità di vedere la natura!

Effettivamente loro la vedono più di voi, purtroppo, pochi la osservano.

Ma che gioco di parole è questo? Vedere!! Osservare!!

Certo, tutti vedono, o almeno credono di vedere, pochi osservano.

Vi posso assicurare che osservare è bello, tra l’altro non costa niente! Bastano due occhi, due orecchie e un cervello che “gira”.

Cosa c’entra il cervello che gira con l’osservare?

Per capire ciò che osserviamo dobbiamo pensare, riflettere, dedurre. Così facendo, un po’ alla volta, riusciremo a dare una risposta ad alcuni dei tanti perché (in materia di natura) accantonati a suo tempo con un “mah!”.

Immagino che le mie prime reazioni a contatto con la natura siano state quelle di tanti Scout: “Ma, non so, non conosco… è meglio lasciar perdere!!!”.

La provvidenza, però, è venuta in mio soccorso quando mi fu assegnato il posto d’azione di naturalista. Fui costretto, così, a documentarmi in materia per far conoscere agli squadriglieri (contro la loro voglia!!) la fauna e la flora che incontravamo durante le uscite.

Il mio primo problema fu riconoscere dal vero ciò che vedevo sui libri, tutte le foglie si assomigliavano, non parliamo poi delle erbe, per me i prati erano solamente tappeti verdi.

Mi ricordo i rientri a casa, deluso e scoraggiato per gli insuccessi, desideroso solo di lasciar perdere, poi mi dicevo: “Lo Scout sorride e canta anche nelle difficoltà” e riprendevo.

Osservando più attentamente vidi che in un prato c’erano molti tipi di erbe e sotto l’erba mi accorsi che c’erano un’infinità di animaletti vispi, certe volte anche troppo vispi, ne sanno qualche cosa le mie povere gambe gonfie di punture!!

Non parliamo poi degli uccelli, l’unica cosa di cui ero certo era che volavano.

Osservandoli, però, vidi che non erano tutti uguali e ascoltandoli, che il canto era diverso, che volavano in modo differente e che il comportamento variava a seconda delle stagioni.

Imparai un po’ alla volta che se volevo vedere qualche animale nel bosco dovevo fare silenzio, non fare movimenti bruschi e avere molta pazienza durante gli appostamenti.

Vi posso assicurare che l’emozione che si prova per un incontro “ravvicinato” con una volpe, uno scoiattolo o qualsiasi altro animale è immensa.

Con il passare degli anni, quando entri in un bosco, è come entrare nel tuo ambiente. Riconosci per nome i tuoi amici alberi, erbe, fiori; all’occorrenza, nel più assoluto rispetto, sai che uso ne puoi fare.

Caro Scout, non trovi una cosa assurda vivere in questo mondo senza conoscerlo? Ignorare questo grande libro che Dio ci ha dato e che noi, il più delle volte, mettiamo in un angolo per inseguire dei miti che alla lunga si dimostreranno effimeri?

L’uomo dei boschi è un uomo concreto che ama Dio e lo ringrazia rispettando e aiutando la natura.

P.S. Avrei tante cose da dire o da proporre circa le attività natura, ma non ve le dico!!!

Non possiamo delegare l’esperienza, spetta a ognuno di noi ricercare la strada migliore per avvicinarsi alla natura.

Ricordatevi sempre che il rapporto con la natura, e cioè con Dio, è PERSONALE.

Luciano Beraldo

Author: Luciano Beraldo

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