Vi riporto un testo interessante scritto dal cardinale Carlo Maria Martini che, all’epoca in cui era appunto cardinale, indirizzava ai genitori. Ho avuto modo di riscoprire questo testo pensando ad alcuni genitori che mi confidavano la difficoltà del loro compito educativo al giorno d’oggi ed in questa società in cui tutto appare evanescente. Ne riporto due stralci che a mio avviso contribuiscono ad aprirci gli occhi come cristiani su ciò che veramente è importante.
“Mi sembra di intravedere in molti dei vostri ragazzi uno smarrimento verso il futuro, come se nessuno avesse mai detto loro che la loro vita non è un CASO o un rischio, ma è una vocazione.
Ecco, vorrei parlarvi della vocazione dei vostri figli e invitarvi ad aprire loro orizzonti di speranza. Infatti i vostri figli, che voi amate tanto, sono amati ancor prima, e d’amore infinito, da Dio Padre: perciò sono chiamati alla vita, alla felicità che il Signore annuncia nel suo Vangelo. Dunque il discorso sulla vocazione è per suggerire la strada che porta alla gioia, perché questo è il progetto di Dio su ciascuno: che sia felice.
Non dovete dunque temere: il Signore chiama solo per rendere felici. Ecco perché oso disturbarvi. Mi sta a cuore la felicità vostra e dei vostri figli. E per questo mi stanno a cuore tutte le possibili scelte di vita: il matrimonio e la vita consacrata, la dedizione al ministero del prete e del diacono, l’assunzione della professione come una missione… Tutte possono essere un modo di vivere la vocazione cristiana se sono motivate dall’amore e non dall’egoismo, se comportano una dedizione definitiva, se il criterio e lo stile della vita quotidiana è quello del Vangelo”.
“Vi invito ad avere fiducia nell’incidenza della vostra opera educativa: troppi genitori sono scoraggiati dall’impressione di una certa impermeabilità dei loro figli, che sono capaci di pretendere molto, ma risultano refrattari a ogni interferenza nelle loro amicizie, nei loro orari, nel loro mondo.
La vostra vocazione a educare è benedetta da Dio: perciò trasformate le vostre apprensioni in preghiera, meditazione, confronto pacato. Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto. Educare è una grazia che il Signore vi fa: accoglietela con gratitudine e senso di responsabilità. Talora richiederà pazienza e amabile condiscendenza, talora fermezza e determinazione, talora, in una famiglia, capita anche di litigare e di andare a letto senza salutarsi: ma non perdetevi d’animo, non c’è niente di irrimediabile per chi si lascia condurre dallo Spirito di Dio”.
Spero che queste semplici ma profonde parole possano servire ad aprire una riflessione sul nostro impegno come “educatori” aiutandoci proprio a dare senso a questa grande parola declinata poi al modo di genitori, capi scout o sacerdoti facendoci ritrovare insieme attorno alla parola “vocazione” che poi, se trovata e vissuta in pieno, è la parola centrale capace di portare alla gioia più profonda.
Buona Estate a tutti e che sia un’estate alla ricerca della propria… vocazione!
Don Michele Majoni