Quest’anno è il 60° anniversario della scomparsa di uno dei capi simbolo dello scoutismo italiano. Si chiama Giulio Cesare Uccellini, conosciuto a molti semplicemente come Kelly. Strano nome per un ragazzo, ci verrebbe da pensare: da dove salta fuori? Andiamo con ordine.
Giulio nasce nel 1904 a Milano, da una famiglia medio-borghese. A dodici anni conosce gli Esploratori dell’ASCI e ne rimane affascinato. In breve tempo ottiene tutte le classi, fino a divenire caposquadriglia delle Tigri, da cui poi acquisirà il suo totem. A 18 anni riceve la massima onorificenza dell’ASCI e diviene presto Istruttore, continuando a seguire i ragazzi del Riparto del suo gruppo, il Milano 2.
Arriva però l’oscuro anno, il 1928, in cui il fascismo fa chiudere tutti i gruppi scout. In quell’anno l’arcivescovo ambrosiano riceve le fiamme di tutti i riparti della diocesi,per conservarle in seno alla chiesa. Tutte tranne quella del Riparto del Milano 2. In qui giorni, infatti, Giulio Cesare Uccellini celebrava la cerimonia delle promessa per i nuovi ragazzi del Riparto, nella cripta della chiesa del S. Sepolcro (un po’ come le catacombe dei primi cristiani) di fronte la Casa del Fascio, la stessa da cui Mussolini partì per la sua Marcia su Roma.
In questa occasione Giulio dichiarò: «Non è giusto, e noi non lo accettiamo che ci venga impedito di vivere insieme, secondo la nostra Legge: Legge di lealtà, di libertà, di fraternità”. Da qui la scelta, e promessa, di “fare Scoutismo anche solo un giorno in più del Fascismo”. Cominciano così, dopo alcuni tentativi infruttuosi di legarsi ad altre associazioni, quelle attività clandestine di un gruppo di Scout Milanesi che prese a farsi chiamare Aquile Randagie, nome che evocava altezza di ideali e uno spirito di Libertà. Ognuno di loro prese ad usare uno pseudonimo, per tutelarsi contro le delazioni da parte dei fascisti. Giulio prese il nome di Kelly, uno trapper americano (Luther Sage Kelly) amico dei Sioux.
Così tra il 1930 e il 1945 si susseguono ininterrottamente Riunioni e Uscite settimanali, Campo Estivi, Gare di San Giorgio e Tridui Pasquali, tutti in uniforme e in perfetto stile scout, in un angolo di mondo che sembra donare una speranza di pace: la val Codera. Nel ’33 e nel ’37 riescono a partecipare, con vari sotterfugi, ai Jamboree di Ungheria e Olanda, dove ricevono i complimenti direttamente da BP per il loro impegno. Nell’autunno del ’42, per raggiungere i suoi ragazzi in uscita, Kelly (per non perder tempo) parte in bicicletta da Milano già in uniforme scout; vicino a Bresso, egli viene però intercettato da una pattuglia fascista, che lo aggredisce selvaggiamente, fratturandogli la clavicola sinistra e ferendolo alla testa, procurandogli delle lesioni permanenti. Dopo la liberazione, durante la resistenza, assieme a Don Andrea Ghetti, Carlo Bianchi a altre scout e sacerdoti, organizzano l’OSCAR (Organizzazione Scout di Collocamento e Assistenza Ricercati), salvando numerose persone dai nazi-fascisti, portandoli oltre il confine svizzero.
Con la rinascita dell’ASCI dopo la guerra, Kelly riprende le attività con il Riparto del Milano 2, assumendo anche ruoli istituzionali a livello nazionale. Partecipa inoltre al Jamboree del ’47 in Francia, del ’51 in Austria e del ’55 in Canada. Ma soprattutto organizza e conduce il Pellegrinaggio Mariano dell’ASCI a Lourdes, nel 1954, sciogliendo così un voto fatto alla Madonna nel ’36, qualora lo Scoutismo fosse resistito al Fascismo.
Kelly tornò alla Casa del Padre il 23 marzo 1957, consumato da un male incurabile.
Dalla ripresa fino all’ultimo, Kelly è stato Capo Scout, educatore dotato di fede e virtù incrollabile, testimone innamorato dello Scoutismo. La sua figura stoica e retta, unitamente alla sua opera educativa, furono, e sono tutt’oggi, un esempio altissimo di testimonianza cristiana, scout e umana, che assolutamente è necessario tramandarsi di generazione in generazione.
Francesco Miricola, Tricheco Lunatico