La Storia ci insegna che…
Sono passati ben 111 anni da quell’agosto del 1907 in cui Lord Robert Baden Powell, insieme ad una ventina di giovani ragazzi, approdò nell’isola di Brownsea per il primo campo Scout della storia. Fu li che nacque ufficialmente lo scoutismo, con una ricetta molto semplice: 21 ragazzi, un uomo e una piccola isoletta con una superficie di appena 2km quadrati. L’idea fu vincente proprio per la sua semplicità, la sua realizzabilità, priva di concetti astrusi e obiettivi irrealizzabili. Il segreto fu quello di creare un movimento per i ragazzi, partendo dai ragazzi, mettendo loro al centro. La regola fu semplice “ask to the boy”, chiedilo al ragazzo. La risposta sta li, nel mettere al centro le esigenze dei ragazzi, con il supporto, non di un istruttore o di un maestro, ma di un fratello maggiore che, con occhio vigile, li accompagni lungo il loro cammino di crescita, ponendosi non di fronte, ma al loro fianco. La storia ci insegna che lo scoutismo fu un movimento in grado di superare due guerre mondiali e innumerevoli svolte sociali, in grado di determinare la crescita e la formazione di tantissimi giovani (e non solo). Ancora oggi qui presente, più attuale e necessario che mai, una bussola, un punto di riferimento con il suo metodo educativo, un codice comportamentale tangibile e realizzabile. Lo scoutismo insegna ad imparare facendo, a crescere attraverso l’esperienza attiva, a conoscere e capire concetti come responsabilità, condivisione, fratellanza e altruismo, rispetto e dialogo. Un metodo semplice e ben delineato che attraverso quattro semplici punti vuole formare uomini e donne di carattere. Ci insegna B.P. a sviluppare e a far crescere quattro aspetti chiave della vita del ragazzo. In primis la formazione del suo carattere, uno Scout dovrà essere una persona temprata alla vita, pronta a vivere e ad affrontare ciò che Dio metterà lungo la sua strada. Uno scout dovrà essere, non tanto “l’uomo dei boschi” ma piuttosto l’uomo che attraverso la vita nei boschi, nella natura, si preparerà a vivere la vita tra gli uomini. Lo sviluppo Salute e della Forza Fisica, attraverso le quali il ragazzo potrà crescere sano, in salute, vispo, con il desiderio di scoprire, esplorare, imparando a conoscere il mondo, vedendolo con i propri occhi, creandosi così le proprie occasioni nella vita e non aspettando che cadano dal cielo. Lo sviluppo dell’Abilità Manuale, affinché uno Scout diventi un uomo o una donna che abbiano appreso l’arte dell’arrangiarsi, non perché debbano essere dei “pozzi di scienza” ma piuttosto perché siano sempre in grado di cavarsela, pronti ad ogni evenienza, sapendo essere autori di sé stessi e del proprio futuro. Il Servizio verso il Prossimo, in quanto lo scoutismo formi persone “sempre pronte a fare del loro meglio per servire”. Scopo fondante dello scoutismo è quello di eliminare l’egoismo dall’animo del ragazzo e cercare di sostituirlo proprio con l’amore per l’altro, per i genitori, per l’amico, per la fidanzata, ma non solo… per il nostro prossimo, chiunque esso sia, indipendentemente da colore, religione, paese. Probabilmente una piccola goccia nel mare, ma non è forse fatto di gocce l’oceano? In questo arduo compito solo l’amore e la totale fiducia in Dio può aiutarci, l’esempio di Gesù Cristo morto in croce per noi. L’esempio appunto, fondamento dello scoutismo. E come far scoprire questo amore per Dio? B.P. ci dice attraverso ciò che abbiamo di fronte ai nostri occhi, la scoperta del Creato, la vita all’aria aperta, le veglie, i cieli stellati, le montagne. Questa è la bellezza del nostro metodo: la sua pura, trasparente ed inestimabile semplicità. Tornando alla storia, non molti anni dopo quel lontano 1907, lo scoutismo arrivò anche in Italia e, come un’onda di gioia...