Campo Invernale 2015: La Cordata

continuità metodoVi è mai capitato di fare un’escursione sulle nostre belle Dolomiti e di incontrare uno Sherpa Nepalese? O passeggiando nei boschi della Val di Zoldo di incontrare Yeti dell’Himalaya affamati alla ricerca di cibo? Uhm, credo proprio di no, vero?! E invece è proprio quello che è capitato a noi Scout del gruppo Este 1°. Ora voglio proprio raccontarvi com’è andata…Lupetti, Coccinelle, Esploratori, Guide, Rover e Scolte, eccoci tutti pronti a partire per questa grande avventura, il CAMPO INVERNALE DI GRUPPO 2015: LA CORDATA.

Ben due corriere piene di ragazze e ragazzi sono pronte a “salpare l’ancora” alle prime ore del mattino, destinazione: Forno di Zoldo, caratteristico paesino montano della Val di Zoldo. Arrivati a destinazione e sistemati nella nostra dimora (un bellissimo asilo su 4 piani), siamo pronti a dare il via ufficiale a questo nostro campo invernale con la cerimonia dell’Issabandiera. Alzate le nostre tre bandiere al cielo, cantati gli inni e recitata la preghiera, ecco sbucare da un lato del quadrato uno strano personaggio. Non vi dico lo stupore nel vedere questo piccolo uomo con un berretto di lana in testa, due bastoni alle mani e uno zaino sulle spalle grande il doppio di lui. Subito si presenta: “Sono Derek Sherpa e sono qui per raccontarvi le mie imprese, al fianco dei più grandi e famosi alpinisti, sperando che questi racconti potranno aiutarvi nel trovare la strada verso la cima della montagna”. Ci promette così di tornare la sera stessa per raccontarci le sue imprese e ci saluta, insegnandoci una tipica danza nepalese, che sicuramente non mancheremo di riportare nei nostri canzonieri.

In attesa del Fuoco di Bivacco serale, durante il pomeriggio, ogni branca fa la sua attività: giochi, canti, chiacchierate, costruzioni di rifugi, camminate ed infine la deliziosa cena preparata dai nostri cambusieri. Le ore passano liete e veloci e finalmente ecco il canto del richiamo “al fuoco, al fuoco, venite tutti al fuoco”…tutti accorriamo e una volta in cerchio ecco riapparire Derek Sherpa, ma questa volta in compagnia: chi è quell’uomo con tutte quelle imbragature, moschettoni, corde??? Ma si dai, è l’Alpinista!!! L’Alpinista che Derek Sherpa dovrà accompagnare verso l’impresa delle imprese: scalare la montagna più alta del mondo, l’Everest. Così, tra canti spensierati ed allegri bans, inizia la scalata, si parte dal Campo Base e via verso il Campo 1.

Giunti alla prima tappa, i nostri amici incontrano dei simpatici ed allegri scalatori, che ricordano al nostro Alpinista l’importanza di affrontare con gioia e serenità la scalata e gli regalano per ricordo un bel pallone. Sembra proprio che al Campo 1 dell’Everest sia arrivata LA FAMIGLIA FELICE. Dopo ore di cammino eccoci giunti al Campo 2 e proprio qui incontriamo altri scalatori, ricchi di entusiasmo e desiderosi di avventura. E questi pochi minuti in loro compagnia, bastano al nostro Alpinista per ricaricarsi di energie e ripartire per la prossima meta, con un dono speciale lasciatogli da questi scalatori: una cartina per non perdere mai l’orientamento. Campo 2: L’AVVENTURA. Altre ore di stremante ascensione e finalmente il Campo 3. Già li fermi in riposo ci sono altri scalatori, sembrano proprio un bel gruppo di amici, legati tra loro da grandi avventure vissute insieme. Proprio per questo, raccontano al nostro Alpinista l’importanza di creare amicizie vere e sincere e, come promemoria, gli regalano una corda, segno di legame. Campo 3: LA COMUNITA’. La cima sembra davvero non arrivare mai, ma per fortuna, con i nostri canti, riusciamo ad allietare l’ascensione dei nostri due nuovi amici e la fatica quasi non si sente più. Ma eccolo la, ora si vede in lontananza, il Campo 4, l’ultimo campo prima della cima. Passo dopo passo, eccoli arrivare, ma neanche il tempo di riposarsi che…cosa sta facendo Derek Sherpa??? Si toglie lo zaino??? E se ne sta tornando indietro??? Perché mai? Come farà il nostro Alpinista a raggiungere la cima della montagna senza il suo aiuto? Ma Derek Sherpa ci spiega: “Caro amico, io mi sono fatto carico del tuo zaino fino a qui, ti ho insegnato come scalare la montagna, ti ho accompagnato passo dopo passo, ma ora tocca a te raggiungere la cima. Quindi caricati lo zaino in spalla e vai. Questi tre oggetti (pallone, cartina e corda) ti ricordino sempre cosa non deve mai mancare nella vita dell’alpinista, dell’uomo e della donna che Partono per la propria Strada da soli verso la propria Cima. Buona Strada”. E così, Derek Sherpa ci lascia, ma non ci scorderemo le sue parole. Con un canto alla nostra “Mamma del Cielo”, ci diamo la buonanotte e il silenzio regna sovrano.

L’indomani si presenta una giornata ricca di attività e il sole risplende nel cielo di un azzurro intenso. Usciti di casa per l’Issabandiera, il paesaggio che si svela ai nostri occhi è indescrivibile: il campanile della chiesa di Pieve svetta nel cielo limpido, sembra quasi volerlo toccare. Ad Est, le pareti dolomitiche del Bosco Nero sembrano degli spettatori silenziosi, attenti, inamovibili, che si godono lo spettacolo di fronte a loro. A Sud, la Val di Zoldo, immersa nell’ombra, il bianco, il ghiaccio. Il sole sembra quasi delimitare un netto confine, due stagioni: ancora il verde quasi primaverile dove riesce a far penetrare i proprio raggi e riscaldare i prati e le case, l’inverno invece dove la montagna fa da scudo al suo raggio d’azione e il paesaggio si immerge nel buio e nel gelo. A Nord, in lontananza, il massiccio del Civetta, le cime bianche, quei solchi verticali che sembrano quasi muscoli tesi, desiderosi di dimostrare la propria forza, la dall’alto dei suoi 3220 metri: è lui il padrone incontrastato della Valle.

Ecco le Scolte ed i Rover pronti a partire per fare Strada insieme, alla scoperta dei meravigliosi boschi del Pramperet, tra abeti e larici, lungo sentieri che tutt’oggi rievocano lo stile di vita dei pastori che qui vivevano fino a qualche decennio fa. Anche le seconde branche in uscita, le Guide sempre verso il Pramperet, gli Esploratori al Bosco Nero. Coccinelle e Lupetti, giocano e si divertono nei verdi prati ai piedi del paesino di Pieve, cercando quella poca neve nelle zone d’ombra. Così tra giochi, camminate, chiacchierate e riflessioni si fa sera, la temperatura scende, il buio sale. La montagna ci stupisce ancora, alzando gli occhi al cielo ecco l’incanto della notte: le Stelle, luminose come raramente si vedono, quando ancora ci ricordiamo di osservarle. Con lo sguardo fisso al cielo, un ritornello mi torna alla mente, una preghiera cantata …quante stelle, quante stelle, dimmi tu la mia qual’è…non ambisco alla più bella, basta sia vicino a te.

Suona la sveglia, terzo ed ultimo giorno di campo, ci prepariamo per l’uscitona di gruppo: che spettacolo vedere un intero gruppo Scout in cammino, ragazzi e ragazze, i Capi, il Don e i cambusieri, tutti zaino in spalla verso El Vach. Splendido laghetto, ghiacciato, in una radura alle pendici del San Sebastiano e del Tamer, immerso tra fitti boschi e con alle spalle un’imponente cascata, le cui acque gelide vanno ad alimentare il laghetto stesso. Ma facciamo un passo indietro, sempre all’Issabandiera stamattina, indovinate chi sbuca fuori all’improvviso??? Ancora Derek Sherpa, proprio lui. Ci saluta, per noi è stato davvero un piacere conoscerlo, ci ha insegnato molte cose, ci chiede un favore: “Voi Scout dovete aiutarmi, forza andate verso la cima della montagna a controllare se l’Alpinista è arrivato in vetta” e proprio per questo diamo il via alla nostra escursione.

Dopo una dura ma appagante camminata arriviamo al lago del Vach, ci guardiamo intorno ed iniziamo a chiamare: “Alpinista…Alpinista…ci sei???” ed eccolo, dalla cima della montagna scende verso di noi e… “Ciao ragazzi, che piacere vedervi, siete venuti a controllare se ero arrivato in cima? Ebbene si, grazie agli insegnamenti di Derek Sherpa ce l’ho fatta, ho raggiunto la mia cima…e mi raccomando, cari ragazzi, fate così anche voi con la vostra vita, crescete e a tempo debito intraprendete la strada verso la vostra cima. Dapprima troverete uno Sherpa ad accompagnarvi, saranno i vostri genitori, i vostri capi scout, coloro che vi vogliono bene…ma ad un certo punto, che nello Scoutismo è il momento della Partenza, dovrete andare da soli lungo la vostra strada, ma sono certo che se avrete ascoltato i consigli dei vostri Sherpa, saprete raggiungere la cima, raggiungere il vostro successo nella vita…cari ragazzi BUONA STRADA VERSO IL SUCCESSO ”. Grazie Alpinista, questi insegnamenti resteranno per sempre nei nostri zaini e ne faremo il miglior uso possibile.

Nonostante tutto ciò ci dia una gran carica, il freddo inizia a farsi sentire, allora quale modo migliore per riscaldarsi se non un giocone di gruppo??? E quale tema di gioco migliore se non quello di aiutare degli Yetini Himalayani affamati a procurarsi del cibo, con dei temibili bracconieri pronti a catturarli, interessati solo a vendere la loro pelliccia per soldi ed infine un’associazione, l’ENPA, pronta a fare di tutto per la salvaguardia di questi leggendari animali. Il campo di gioco è perfetto: il pratone per le sfide a scalpo, la riva del lago per la ricerca del cibo, il bosco per gli attacchi a sorpresa, i fitti alberi tra i quali nascondere le basi…eh si lo scoutismo…tutto attraverso il gioco, ma nulla per gioco.

Il nostro rientro verso Pieve sancisce anche il termine del nostro campo invernale, che sono certo porteremo nei nostri ricordi per molto molto tempo. Due sono i messaggi principali che noi Capi della Direzione di Gruppo vorremmo restassero ai nostri ragazzi. Il primo, come diceva l’Alpinista, vedere il nostro cammino di scout come una scalata a tappe, dove ogni campo rappresenta una tappa del percorso: prime, seconde e terze branche. Cammino durante il quale siamo accompagnati nella formazione e nella crescita, sino al campo 4, la Partenza, momento dal quale la nostra Strada dovremo farcela da soli. Ed in secondo luogo, capire che la forza dello scoutismo sta nel gruppo. Certo, ogni branca ha le sue peculiarità e sviluppa le esigenze specifiche per ogni età, ma non si tratta di unità stagne, finalizzate a se stesse, ma piuttosto di unità con lo scopo di preparare alla branca successiva, all’età successiva, fino alla Partenza, proprio nell’ottica della tanto auspicata continuità del metodo: la CORDATA dello Scoutismo.

Buon Volo, Buona Caccia, Buona Strada

firma

 

Author: Francesco Guzzon

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