Un Baden non Powell

Parlando di storia istintivamente siamo portati a cercare delle date, come primo riferimento ad ogni evento accaduto. Eppure ciò che più è importante non è la collocazione temporale ma chi ne sono i protagonisti.

Partiamo da una data: 11 Marzo 1912. A Milano nasce un certo Andrea. Sarebbe stato un ragazzo come tanti altri fino a quando, a quindici anni, incontra casualmente una squadriglia in uscita. Affascinato decide di lanciarsi anche lui in questo movimento, ma la Storia gli rema contro: nel 1928, appena un anno dopo, il fascismo chiude tutte le associazioni giovanili, tra cui anche gli scout. Andrea però è intraprendete e testardo e non si lascia scoraggiare: assieme ad altri ragazzi e capi continuano nelle loro attività scout, di nascosto e sempre con il timore di essere scoperti dal regime. Ma questo non poteva certo fermare le Aquile Randagie. Nel frattempo Andrea frequenta l’università, un corso di filosofia e psicologia. Ha violente reazioni nei confronti del regime tanto che, appena discussa la tesi (senza camicia nera per rifiuto al fascismo) si deve nascondere dagli squadristi che volevano picchiarlo.

rubrica_ghettiNel 1935, a 27 anni, entra in seminario, per seguire quella vocazione che da anni lo chiamava al Servizio. Continua le sue attività nelle Aquile Randagie, partecipando anche al 5° Jamboree Mondiale in Olanda e incontrando B.P. in persona, che li elogiò per il loro coraggio e la loro determinazione. Andrea diventa quindi sacerdote e assistente delle Aquile Randagie. In quegli stessi anni organizza anche un missione, conosciuta con l’acronimo di O.S.C.A.R. (Opera Scautistica Cattolica Aiuto Ricercati) che si occupava, grazie alle tecniche di scouting, alla conoscenza del territorio e ad una rete di scout, di far espatriare i nemici politici del fascismo in Svizzera, salvando centinaia di persone e rischiando la vita di continuo.

Al termine della guerra, nel 1946, sotto il patrocinino del vescovo ambrosiano, si dedica alla rinascita dello scoutismo in Italia, ponendo le basi per la crescita spirituale dell’ASCI. Partecipano al Moot in Norvegia, organizzando la Freccia Rossa della Bontà; prestano servizio durante l’alluvione del polesine e in Ungheria nei campi profughi durante l’aggressione sovietica. Fino al 1960 assistente spirituale per la Lombardia, rimane poi in servizio del suo gruppo, il Milano I e del Clan “La rocchetta”. Anche se critico nei confronti della neonata AGESCI, rimarrà come assistente e scout fino al tragico incidente a Tours in Francia, nel 1980, durante un campo mobile.

Ma cosa dobbiamo noi a Baden, come era chiamato dalle Aquile Randagie. Baden credeva nello scoutismo come strumento educativo che portasse i ragazzi prima di tutto a porsi delle domande su se stessi. Predicava uno scoutismo esigente che fosse disposto a chiedere molto ai ragazzi, per far scoprire loro quanto fossero disposti a dare. Molto legato al roverismo, trovava nel servizio la risposta alle domande che molti si ponevano ma che non volevano riconoscere. Pur vivendo in una realtà metropolitana, esortava tutti gli scout a coltivare l’amore per Dio e la natura, il vivere all’aria aperta e il “procurarsi da sé le proprie comodità”, sentimenti messi molto in discussione negli anni della contestazione che portò alla nascita dell’AGESCI. A Baden, ed altri suoi contemporanei, dobbiamo lo scoutismo puro e semplice che possiamo vivere ancora adesso.

Buona strada

Francesco Miricola, Tricheco Lunatico

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Author: Francesco Miricola

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