La Montagna stile di vita – Fare Strada tra le Meraviglie del Creato

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…c’è chi reagisce con un senso di stupore, c’è chi osserva incredulo, c’è chi resta meravigliato, c’è chi si emoziona, c’è chi sogna. Davanti a certe meravigliose istantanee le reazioni sono molteplici. Certo è che, chiunque abbia fatto parte della grande famiglia della montagna, non vi resta indifferente. Impegni, lavoro, problemi, mille cose possono impedirci nella vita di frequentare quei luoghi incantati, ma chi ha vissuto e ha fatto parte di questa grande famiglia, anche se per poco tempo, difficilmente resta insensibile di fronte a certe meraviglie. E non conta che siano ridotte alla dimensione di uno schermo, chiuse dentro un sala cinema, perché basta chiudere gli occhi ed è così facile con la mente farsi trasportare nelle montagne che ognuno di noi ha vissuto. Eccole li chiare e limpide nelle nostre menti. Non ha importanza che il nostro ricordo ci porti all’ascesa del Monte Bianco o alla passeggiata sui Colli, ciò che conta è quello che i monti “Maestri Silenziosi”, hanno significato per noi, come ci hanno arricchito, che sia in una semplice passeggiata o in un’impresa alpinistica non fa alcuna differenza.

È nata così l’idea dell’incontro di giovedì 28 aprile 2016, grazie alla proposta di alcuni istruttori del Cai di Este e di un paio di Capi Scout del gruppo atestino. Durante la serata, Paolo e Maura (AE del gruppo CAI atestino), hanno condiviso con noi Scout (e non solo) le foto di alcune delle loro imprese alpinistiche, raccontandoci i luoghi, le curiosità, gli incontri, le sensazioni che hanno vissuto nelle loro uscite; dai Vaji sulle Piccole Dolomiti, ai panorami mozzafiato sul lago di Garda visto dal gruppo del Monte Baldo, sino alle incantevoli Dolomiti patrimonio dell’Unesco, per poi salire di quota sui vari 4000 svizzeri ed infine il tetto d’Europa, il Monte Bianco. Al termine spazio a domande e curiosità del pubblico, molto coinvolto.
In un vecchio numero, datato 2008, di Zaino in Spalla, celebre rivista del gruppo CAI di Este, si leggevano le seguenti parole… “Il nostro Sodalizio (CAI) e le organizzazioni scoutistiche hanno più di qualche punto in comune e pur avendo caratteristiche diverse possono compenetrarsi: il CAI con le proprie competenze tecniche nell’andare in montagna in sicurezza, gli scout con la loro capacità di fare gruppo con i giovani…” Si trattava dell’inizio di una collaborazione proprio tra i due gruppi. Ma ora veniamo al perché del titolo:
MONTAGNA STILE DI VITA, credo che la differenza tra essere appassionati di montagna e fare della montagna un proprio stile di vita stia nella capacità di trasmettere agli altri questa grande passione. Ecco, è proprio questo che abbiamo avuto la fortuna di trovare, noi Capi Scout, negli istruttori CAI che abbiamo conosciuto in questi anni: la capacità di trasmettere agli altri una propria passione, dote davvero rara. Vedere e raccontare la montagna, non solamente come disciplina alpinistica, ma anche come storia dei luoghi, tradizione, la capacità di insegnare il rispetto e il culto dell’ambiente nel quale ci addentriamo, con l’atteggiamento di un ospite, onorato di cotanta bellezza. La fermezza nel far conoscere le regole della sicurezza, la capacità di saper rinunciare e tornare sui propri passi e l’innata capacità di sapersi sempre meravigliare di fronte a certe maestose bellezze.

FARE STRADA TRA LE MERAVIGLIE DEL CREATO, vi posso testimoniare che lo scoutismo è un ottimo trampolino di lancio per entrare a far parte della grande famiglia della montagna, soprattutto per i valori che ci permette di apprendere proprio Facendo Strada tra le meraviglie del Creato, le Montagne. Ci permette di accrescere il nostro senso di comunità, il senso di appartenenza. Pensate ad una cosa, ogni giorno nel tragitto che facciamo a piedi per andare al lavoro, a scuola, a fare la spesa, quante persone incrociamo nel nostro cammino? E a quante rivolgiamo il saluto? A poche credo, spesso a nessuna. Pensate invece in montagna, non è forse vero che salutiamo chiunque incrociamo nel nostro cammino? E non solo, spesso ci fermiamo a scambiare due parole, per chiedere dove si sta andando, quanto manca al prossimo rifugio… è il senso della comunità insito nella montagna, ci fa sentire tutti una grande famiglia e ci fa riscoprire il senso della natura umana, la necessità di parlare tra noi, condividere, socializzare, cosa sempre più rara nella nostra quotidianità. Ci consideriamo “social”, ma in realtà siamo un grande ossimoro vivente. Mentre la montagna, che ci insegna a non barare e ad essere onesti con noi stessi (cit. Walter Bonatti) ci mette nella condizione di essere l’uno di fronte all’altro, di parlare, di guardarci negli occhi, di ridere insieme, di meravigliarci insieme. Poi nella vita di tutti i giorni sapremo sicuramente dare il giusto peso ad ogni mezzo che la società ci propone e farne l’uso più consono. L’ambizione dello scoutismo è di formare uomini di mondo che vivono nel mondo, ma facendo conoscere loro i valori con la V maiuscola. Il Fare Strada ci insegna sulla nostra pelle il valore dell’essenzialità: nello zaino mettiamo solo lo stretto necessario, tutto il “di più” sarà peso in più sulle nostre spalle e così saremo costretti a capire e scegliere quali sono le cose davvero essenziali. Così poi, nella vita di tutti i giorni, sapremo scegliere con più cautela quali cose siano davvero indispensabili per la nostra vita. Ed infine, le meraviglie del Creato, quando le parole diventano superflue, osservando stesi a terra un cielo stellato in compagnia di un fuoco che ci scalda, un panorama mozzafiato dall’alto delle imponenti cime dolomitiche, prati fioriti, vette innevate. Tutto ciò è vivido inchiostro per il libro che giorno dopo giorno, passo dopo passo, scriviamo sulle pagine dei ricordi, nella nostra mente e nel nostro cuore: Il Vangelo della Montagna.
Un sentito grazie agli amici del CAI Maura, Paolo, Lorenzo e al fratello Scout Riccardo.

firma

Author: Francesco Guzzon

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